Thoronet, Provence

.:. Abbazia di Thoronet, Abbaye du Thoronet, Var Provence .:.

Abbazia di Thoronet

Meraviglia delle abbazie cistercensi
Monumento Nazionale Francese

L'abbazia si trova in una valletta molto isolata e solitaria, tra boschi e vigneti, ad una quindicina di chilometri da Le Luc (autostrada A8 Provenzale), nel piccolissimo comune di Le Thoronet, dipartimento del Var, in Provenza.
(informzioni tratte dalla brochure del centro visite dell'abbazia - ingresso a pagamento)

Con le 'sorelle', Sylvanes (Silvacane) e Senanque, l'abbazia di Thoronet è una delle tre abbazie cistercensi della Provenza.

Thoronet esprime l'essenza stessa dell'arte cistercense, fatta di povertà estrema, purezza delle linee, semplicità dei volumi.
Elementi dettati essenzialmente dall'organizzazione della vita comunitaria.

la fondazione

Nel 1136 un gruppo di monaci lascia l'abbazia di Mazan in Ardèche per fondare un monastero, che costruiranno 15 anni dopo vicino a Lorgues, in un luogo boschivo tra il gomito di un piccolo fiume e una sorgente.
La costruzione inizia nel 1160 e prosegue fino al 1230.
All'inizio del XIII secolo il monastero ospita una ventina di monaci e alcune decine di conversi (addetti ai lavori manuali).

declino e restauro

Meno di due secoli dopo il declino dell'abbazia è già iniziato.
Nel 1660 il priore segnala la necessità di restaurarla.
Nel 1669 si constatano fessure e cedimenti del tetto, porte rotte e finestre scalcinate.
Nel 1790 vi abitano ancora sette monaci anziani, pericolante, pochi anni dopo venne abbandonata.

L'abbazia sta per scomparire quando Prosper Mérimée la salva rivolgendosi a Révoil, architetto addetto ai monumenti storici.
Il restauro inizia nel 1841 e non cesserà più.
Lo stato francese acquista il sito progressivamente a partire del 1854.

il quadrato monastico

la chiesa
Già con la facciata occidentale, la chiesa si impone per la sua semplicità, accentuata dalla qualità della lavorazione delle pietre.
Come a Sénanque, il portale centrale è assente poiché la chiesa non era aperta ai fedeli, e simboleggia la chiusura verso il mondo della vita monastica.
Soltanto due porte laterali danno sulle navate laterali, quella dei conversi a sinistra e quella dei monaci a destra.
Scavato nel muro sud della chiesa è visibile uno dei rari arcosoli (nicchia per sepolture) esterni di Provenza.
All'interno la grande navata centrale con volta a botte e due navate laterali con volta a botte spezzata.
Il coro termina in abside con volta a semicatino con tre finestre a tutto sesto, che simboleggiano la Trinità.
L'assenza di decorazioni sottolinea la purezza delle forme.
Gli uffici cantati, favoriti da una acustica straordinaria, ritmavano la vita spirituale dei monaci.
la sala capitolare
Nella sala capitolare tutte le mattine i monaci si riunivano per leggere un capitolo della regola di San Benedetto e per trattare le questioni della vita comunitaria.
Serviva anche per l'elezione dell'Abate.
L'architettura è più elaborata e già influenzata dal gotico con le volte a crocera ogivale, rette da due colonne sormontate da capitelli decorati.
l'armarium
E' la biblioteca che raccoglieva migliaia di libri, il cervello del monastero.
il chiostro
Thoronet, Provence Verte Cuore pulsante del monastero, collega la chiesa e gli edifici della vita comunitaria.
Lo spessore dei muri in cui si iscrivono le arcate geminate (doppie), l'oculo semplice che attraversa i timpani e i capitelli privi di ornamenti conferiscono all'insieme rara austerità.
il lavabo
Si trova, come d'uso, di fronte alla porta del refettorio.
Oggi scomparso nel monastero di Thorenet.
il parlatorio
Passaggio tra il chiostro e il giardino esterno.
E' l'unico luogo in cui i monaci potevano parlare.
Si dividevano i compiti prima di recarsi al lavoro nei campi.
il dormitorio
Lungo edificio al piano superiore presenta la cella del padre abate. Davanti ad ogni finestra dormiva un monaco.
L'ubicazione dei pagliericci è delimitata da una lastricatura in pietra.
l'edificio dei conversi
I conversi erano persone incaricate dei lavori manuali, tipicamente artigiani specializzati nei lavori edili e manutenzioni, addetti alla produzione del vino e dell'olio, cuochi e inservienti, contadini e bovari, ecc.
Conducevano vita monastica o semi-monastica, ma non prendevano i voti.
Per questo motivo non erano ammessi al capitolo e non potevano intervenire nelle decisioni importanti.
Da cui l'espressione 'non avere voce in capitolo'.
L'edificio dei conversi comprendeva un proprio refettorio al piano terreno e un ampio dormitorio al piano superiore.
la dispensa
Nella dispensa monaci e conversi producevano il vino e l'olio d'oliva, principali risorse dell'abbazia.
Vi si trovano i tini del XVIII secolo e una pressa per le olive azionata da un sistema a vite.
Condotti di ventilazione evitavano il ristagno di vapori di alcool.
La grande aula è costituita da una bella volta a botte spezzata.
cimitero per i monaci
Situato all'esterno dietro l'abside della chiesa.
I monaci defunti vi venivano portati attraverso la 'Porta dei morti'.
La severissima regola di povertà dell'ordine esigeva che i monaci fossero sepolti nella nuda terra, in un sudario bianco, senza bara e senza pietra tombale.
l'ostello
L'accoglienza dei forestieri, dei poveri, degli ammalati e dei pellegrini diretti a Roma, Gerusalemme o Santiago di Compostela, era d'obbligo in tutti i monasteri.
A Thoronet l'antico ostello si trovava a poca distanza dal complesso edificio monastico, in riva al torrente.
I ruderi attualmente non sono accessibili.

i principi fondanti dell'ordine cistercense

All'alba del XII secolo, l'ordine monastico cluniacense raggiunge il suo apogeo e vanta potenza, gloria e ricchezza.
Un monaco, Robert de Molesme, reagisce e decide di tornare alla rigida Regola di San Benedetto, redatta verso il 534.
La regola raccomanda l'umiltà l'obbedienza, la povertà, nonché il giusto equilibrio tra lavoro manuale e preghiera.
Nel 1098, egli fonda il monastero di Citeaux, presso Digione, e dà il suo nome al nuovo ordine.
A partire dal 1109, Etienne Harding codifica la regola cistercense.

Tra il 1113 e il 1115, Citeaux fonda le sue prime quattro 'figlie': La Ferté, Pontigny, Morimond e Clairvaux.
L'abate Bernardo (Bernardo da Chiaravalle, Bernard de Clairvaux), tra il 1115 e il 1153, ripristina con vigore la Regola di San Benedetto e Clairvaux diventa centro dell'ordine cistercense e si diffonde in tutta l'Europa.
Bernardo da Chiaravalle, attaccando con violenza il fasto di Cluny, indica il cammino del rigore e della povertà.
Solo il lavoro e la preghiera devono motivare i cistercensi, allora denominati 'monaci bianchi'.
Nel 1153, alla morte di San Bernardo, Clairvaux annovera oltre 160 monaci, mentre la nuova famiglia cistercense si compone da circa 350 abbazie.
vedi le panoramiche
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