.:. fotografias : Espana 2011 .:.
Barcelona : la Sagrada Familia
Confesso, avevo molte riserve nei confronti della celebre Sagrada Familia.
A parte l'assalto dei turisti, cosa della quale avevo cognizione di causa rivelatasi come una vera e propria 'cavallettopoli' (inteso come assalto di cavallette fameliche), le riserve riguardavano il vero e proprio valore artistico.
Circa l'assalto turistico mi sono convinto che il 99% dei visitatori va a vedere la Sagrada Familia
perché è quasi un obbligo da svolgere, a volte anche malvolentieri,
dovuto alla nomea e alla fama del monumento, un passa parola di una cosa certamente eclettica e molto stramba,
da visionare più per curiosità che per convinzione e conoscenza artistica.
Quanto al valore artistico, non sono riuscito a risolvere il dilemma.
Anche perché non sono nemmeno riuscito ad entrare per l'affollamento e il poco tempo a disposizione.
Per l'aspetto religioso del tempio, invece, bastano le parole di Papa Benedetto XVI nella consacrazione avvenuta il 7 novembre 2010 (
vedi più sotto).
Tuttavia mi ero proposto di indagare almeno l'elemento simbolico del celebre monumento di Antonio Gaudì.
Questo, ovviamente, in termini fotografici, pur consapevole della difficoltà di quello che forzatamente era un semplice reportage, causa il tempo ristretto e le oggettive difficoltà ambientali.
Già dagli scalini dell'autobus iniziarono ad assalirmi cupi pensieri: cosa ci sono venuto a fare in questo postaccio da turisti, forse il turista?
Tutto più piccolo di quanto immaginassi, molti più turisti del sopportabile, spazi ridottissimi, certamente non un luogo o piazza monumentale, come cavolo faccio a far stare dentro ad uno scatto 'sta-roba molto sbilanciata verso l'alto, ma la costruzione non doveva essere 'quasi' terminata e invece è quasi appena cominciata, che luci impossibili dalle scure pietre ai controluce insulsi,
tutte quelle gru ed impalcature.
E poi il traffico, i rumori, il demenziale gracchiare amplificato delle guide turistiche, gli autobus con concreto rischio di finire per fare la piadina umana, la bolgia di gente e di affaristi-truffatori, il sottofondo di clickate e flashate di improvvisati fotografi, bancarelle negozietti souvenir a gogo.
Sgomitando mi porto presso la cancellata e inizio anch'io a contribuire alle fortune delle fabbriche di macchinette fotografiche, usurando la mia fedele compagna di reportages.
Che delusione tutti quei ghirigori, bassorilievi e statue 'simboliche'.
Non mi aspettavo di certo la meraviglia delle chiese romaniche e gotiche della vecchia Spagna, ma almeno un buon '
modernismo' questo sì.
Kitsch, kitsch, kitsch risuonava nella mia mente al posto di click click click degli scatti.
E se l'eclettico e visionario Gaudì ancora una volta ci avesse presi 'per il cesto'?
O, forse, che volesse dirci qualcosa di più subliminale?
Ed ecco che tra un insulso scatto ed un altro ancora, mi scatta uno scatto nel cervello, una specie di folgorazione.
Ho trovato l'idea per fare qualcosa un minimo buona.
La mia interpretazione è proprio in quell'impossibile slancio verticale.
Impossibile non solo per via della gravità e del peso della pietra e l'esiguità della struttura, impossibile soprattutto quale sinonimo di inarrivabile.
Il cielo quale sublime simbolo dell'Infinito.
Mi rendo conto che questo simbolismo regge per davvero.
E ci stanno benone quelle gru e attrezzature, simbolizzano e allo stesso tempo costruiscono quella 'costruzione' sempre in costruzione.
Di più, le gru sono l'elemento di lavoro personale che contribuisce a costruire quell'edificio sociale.
Forse è proprio questo il messaggio: un infinito costruire, personale e sociale, per 'tendere' verso il cielo.
In fin dei conti la stessa simbologia che ho provato percorrendo il Cammino di Santiago di Compostella.
Un andare verso un qualcosa nel quale l'arrivo è la fine, ma il senso è nel percorrere, nel costruire, nell'imparare a vivere.
Una costruzione in costruzione.
E in questo, in ogni secolo con i propri metodi, tutte le difficoltà di questo percorso d'esperienza personale.
Dalla fatica del camminare o costruire, agli affollamenti di gente, ai locandieri, ai commercianti, ai fedeli, ai ladroni, ai pericoli del bosco selvaggio, ai pericoli delle strade trafficate.
Inoltre il collegamento con il Cammino è un qualcosa di più che teorico.
Antonio Gaudì ha svolto i primi lavori giovanili ad
Astorga, importante città lungo il Cammino, con l'eclettico modernismo del bellissimo edificio del vescovado.
Gianni, ottobre 2011
Barcelona : Temple Expiatori de la Sagrada Família
Basilica Minore ideata da Antonio Gaudí,
architetto spagnolo famoso esponente del 'Modernismo Catalano'.
I lavori sono cominciati nel 1882 e proseguiranno probabilmente fino al 2026.
I finanziamenti dell'opera sono quasi esclusivamente dovuti a donazioni personali dei fedeli.
Dal discorso di
Papa Benedetto XVI per la consacrazione del
Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia),
domenica 7 novembre 2010.
"...
Questo giorno è un punto significativo in una lunga storia di aspirazioni, di lavoro e di generosità,
che dura da più di un secolo. In questi momenti, vorrei ricordare ciascuna delle persone che hanno reso possibile la gioia che oggi pervade tutti noi: dai promotori fino agli esecutori di quest'opera; dagli architetti e muratori della stessa, a tutti quelli che hanno offerto, in un modo o nell'altro, il loro insostituibile contributo per rendere possibile la progressiva costruzione di questo edificio.
E ricordiamo, soprattutto, colui che fu anima e artefice di questo progetto: Antoni Gaudí, architetto geniale e cristiano coerente, la cui fiaccola della fede arse fino al termine della sua vita, vissuta con dignità e austerità assoluta. Quest'evento è anche, in qualche modo, il punto culminante e lo sbocco di una storia di questa terra catalana che, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo, diede una moltitudine di santi e di fondatori, di martiri e di poeti cristiani. Storia di santità, di creazioni artistiche e poetiche, nate dalla fede, che oggi raccogliamo e presentiamo come offerta a Dio in questa Eucaristia.
La gioia che provo nel poter presiedere questa celebrazione si è accresciuta quando ho saputo che questo edificio sacro, fin dalle sue origini, è strettamente legato alla figura di san Giuseppe. Mi ha commosso specialmente la sicurezza con la quale Gaudí, di fronte alle innumerevoli difficoltà che dovette affrontare, esclamava pieno di fiducia nella divina Provvidenza: 'San Giuseppe completerà il tempio'. Per questo ora non è privo di significato il fatto che sia un Papa il cui nome di battesimo è Giuseppe a dedicarlo.
Cosa significa dedicare questa chiesa? Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un'immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell'intelligenza umana, costruttrice di quest'opera d'arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l'assoluto della luce e di colui che è la Luce, l'Altezza e la Bellezza medesime.
In questo ambiente, Gaudí volle unire l'ispirazione che gli veniva dai tre grandi libri dei quali si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia. Così unì la realtà del mondo e la storia della salvezza, come ci è narrata nella Bibbia e resa presente nella Liturgia. Introdusse dentro l'edificio sacro pietre, alberi e vita umana, affinché tutta la creazione convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, portò fuori i 'retabli', per porre davanti agli uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. In questo modo, collaborò in maniera geniale all'edificazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santificata da Cristo.
E realizzò ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza. Antoni Gaudí non realizzò tutto questo con parole, ma con pietre, linee, superfici e vertici. In realtà, la bellezza è la grande necessità dell'uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza è anche rivelatrice di Dio perché, come Lui, l'opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa dall'egoismo.
Abbiamo dedicato questo spazio sacro a Dio, che si è rivelato e donato a noi in Cristo per essere definitivamente Dio con gli uomini. La Parola rivelata, l'umanità di Cristo e la sua Chiesa sono le tre espressioni massime della sua manifestazione e del suo dono agli uomini. 'Ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo' (1Cor 3, 10-11), dice san Paolo nella seconda lettura.
Il Signore Gesù è la pietra che sostiene il peso del mondo, che mantiene la coesione della Chiesa e che raccoglie in ultima unità tutte le conquiste dell'umanità. In Lui abbiamo la Parola e la Presenza di Dio, e da Lui la Chiesa riceve la propria vita, la propria dottrina e la propria missione. La Chiesa non ha consistenza da se stessa; è chiamata ad essere segno e strumento di Cristo, in pura docilità alla sua autorità e in totale servizio al suo mandato. L'unico Cristo fonda l'unica Chiesa; Egli è la roccia sulla quale si fonda la nostra fede.
Basati su questa fede, cerchiamo insieme di mostrare al mondo il volto di Dio, che è amore ed è l'unico che può rispondere all'anelito di pienezza dell'uomo. Questo è il grande compito, mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia. In questo senso, credo che la dedicazione di questa chiesa della Sacra Famiglia, in un'epoca nella quale l'uomo pretende di edificare la sua vita alle spalle di Dio, come se non avesse più niente da dirgli, è un avvenimento di grande significato. Gaudí, con la sua opera, ci mostra che Dio è la vera misura dell'uomo, che il segreto della vera originalità consiste, come egli diceva, nel tornare all'origine che è Dio. Lui stesso, aprendo in questo modo il suo spirito a Dio, è stato capace di creare in questa città uno spazio di bellezza, di fede e di speranza, che conduce l'uomo all'incontro con colui che è la verità e la bellezza stessa. Così l'architetto esprimeva i suoi sentimenti: 'Una chiesa [è] l'unica cosa degna di rappresentare il sentire di un popolo, poiché la religione è la cosa più elevata nell'uomo'.
..."
Barcelona : Temple Expiatori de la Sagrada Família
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