musica e paesaggio sonoro
- Bach ha costruito il mappamondo musicale
- Mozart ci ha tracciato gli itinerari più avventurosi
- Beethoven ha disegnato la volta celeste
- Chopin ha esplorato i fondali degli abissi
- Vivaldi e le Quattro Stagioni
- La primavera
I tre movimenti di cui consta la Primavera descrivono tre momenti della stagione: il canto degli uccelli (allegro), il riposo del pastore con il suo cane (largo) e la danza finale (allegro).
Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole, il latrato del suo fedele cane, mentre i restanti violini le foglie fruscianti.
- L'estate
Per i suoi toni accesi e violenti, questo concerto riflette con maggiore efficacia rispetto agli altri la carica esplosiva della stagione.
La tempesta viene descritta passo passo nella sua manifestazione al pastore: dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto - allegro),
quindi il pastore che si spaventa per l'improvviso temporale (adagio presto) e infine la virulenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto).
- L'autunno
Vivaldi descrive la figura del dio romano Bacco: un'iniziale panoramica della vendemmia è seguita dall'ebbrezza provocata dal vino, movimento dal titolo "I dormienti ubriachi", in un clima trasognato e sereno.
L'ultimo movimento coincide con i martellanti ritmi della caccia.
- L'inverno
L'Inverno viene descritto in tre momenti: l'azione spietata del vento gelido (allegro), il secondo movimento della pioggia che cade lenta sul terreno ghiacciato (adagio)
e la serena accettazione del rigido clima invernale (allegro).
Paesaggio sonoro
Sono i boschi, le foreste e le praterie, sono qui luoghi in cui l’uomo è arrivato solo ed esclusivamente per tendere l’orecchio e per vivere un’esperienza sensoriale scandita dal suo respiro, e da quelli degli abitanti del territorio circostante. Sono i paesaggi sonori, quelli che fanno bene al cuore e all’anima.
In un momento storico in cui tutti ci sentiamo affaticati e sopraffatti dal caos e del disordine dei giorni, la ricerca della bellezza autentica e pura si trasforma quasi in un sollievo del quale la maggiore dispensatrice è sicuramente la natura. Ed è lei l’assoluta protagonista dei paesaggi sonori, ambienti acustici da conoscere ed esplorare.
E non abbiamo bisogno di appellarci a fonti scientifiche per capire perché, trascorrere del tempo all’interno di un paesaggio sonoro può fare bene al cuore e all’anima, perché in fondo lo sappiamo che la natura è una potente terapia contro lo stress e il malessere.
Anche senza un sentiero ben definito, il paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi può essere scoperto attraverso la soundwalk, la passeggiata sonora che ha come obiettivo quello di esplorare l’ambiente attraverso i suoni prestando attenzione a tutto ciò che sentiamo.
Il paesaggio sonoro, però, interessa anche gli ambienti urbani.
Artisti, infatti, si interessano da sempre all’ambiente acustico e ai suoi suoni, compreso quello dell’uomo.
Un’esperienza quasi mistica, questa, che si può vivere anche all’interno dei parchi urbani della calma. Luoghi dove i rumori sono vietati perché qui regnano incontrastati solo i suoni della natura, dal canto degli uccelli, allo stormire delle foglie fino al gorgoglìo delle acque
Per diventare Quiet Park sono necessari diversi requisiti, primi fra tutti la mancanza di inquinamento acustico, i suoni della natura infatti devono essere i protagonisti del paesaggio sonoro, ecco perché nei dintorni non dovrebbero esserci rumori di fondo derivanti da aerei, treni o traffico automobilistico.
Identità sonora
In questo scenario persino i suoni prodotti dal nostro corpo divengono archetipi universali che compongono l’identità sonora; ricordiamo il battito cardiaco o, piuttosto, il suono del nostro respiro.
Rumori, frusci e sonorità prodotte dall’ambiente, come lo scorrere di un ruscello, le onde del mare o le fronde agitate dal vento, possono generare suoni naturali familiari che rientrano nel casting delle identità sonore.
Anche i canti degli uccelli, gli ululati dei lupi o il bramito del cervo ed ancor più le vocalizzazioni dei cetacei, considerate quest’ultime terapeutiche per le persone autistiche, sono modelli che plasmano quella che viene definita identità sonora universale.
Archeologia sonora
Gli studi nella musicoterapia evidenziano come sia probabile che il nostro inconscio sia influenzato da echi di mondi preistorici.
Un mondo lontano nel tempo dove il concetto di musica non era strutturato come quello odierno e i rumori musicali erano prodotti da materiali raccolti nei boschi, come tambureggiare legni cavi, strofinare o battere pietre, far frusciare le foglie.
Quella memoria acustica ancestrale è ancora inconsciamente dentro di noi e questo spiega l’emozione che può suscitare il suono delle onde del mare o di un ruscello alpino.
Il bisogno innato nell’uomo di produrre e ascoltare i suoni è talmente forte che in alcune popolazioni si producono suoni usando l’acqua come fosse un tamburo.
Passeggiare in un bosco, tra le campagne o in riva al mare può riattivare memorie sonore arcaiche e sensazioni che geneticamente, anche se in minima parte, sono ancora vive dentro di noi, aiutandoci a stare meglio con noi stessi e gli altri.
registrare i suoni della natura
I suoni prodotti dall'ambiente naturale sono frutti immateriali da cogliere, che non hanno Copyright e non sono a pagamento.
Perfino più del paesaggio (diritto al paesaggio, in fotografia), appartengono a tutti, quindi anche a me e a te.
Sono un grande DONO che Madre Natura ci offre e fanno parte integrante della genetica stessa della nostra vita.
Sono un mondo che richiede attenzione, concentrazione, pazienza, umiltà.
Non trattiamoli banalmente, non inquiniamoli con "sporcizia" sonora, in questo mondo di banalità sono un qualcosa di immateriale, ma estremamente prezioso.
Il Silenzio, al giorno d'oggi, è perfino un "lusso".
- Primi e principali ostacoli sono suoni, rumori e interferenze che sono estranei alla nostra ripresa, ma che non sono controllabili: vento, aerei, motori, voci di persone. Quasi sempre dobbiamo aspettare che se ne vadano, o ritornare in altra occasione, ma serve tanta pazienza, in particolare con gli aerei che producono rumori quasi continui per il fatto che si susseguono senza tregua.
- Altri rumori che possono interferire sono i rumori elettrici ed elettronici: telefonini ed onde elettromagnetiche. Si possono facilmente azzerare eliminando, cioè spegnendo, l'apparecchio.
- I suoni della natura sono quasi sempre ad un volume bassissimo, pertanto richiedono tanto "gain" (come per gli Iso in fotografia) che tuttavia innalza il "rumore digitale" (dovuto all'attrezzatura).
- In una ripresa video ambientale è praticamente inutile l'audio ripreso direttamente in camera, sia per la bassa qualità, sia perché poi la traccia audio ha un suo sviluppo e sovrapposizione diversa nel montaggio finale dell'audiovisivo. La ripresa audio in camera può essere utile, preferibilmente usando un microfono esterno, per evidenziare alcuni suoni vicini e caratteristici di quel metraggio video. La ripresa audio in camera è utile come traccia per poi sincronizzare audio ripreso con registratori esterni, in particolare voci e interviste, che in questo modo, oltre alla qualità di molto migliore, possono essere svincolate dalla ripresa video, permettendo inquadrature secondarie ma mantendendo la congruità dell'audio.
- E' difficile, se non impossibile, registrare un breve tratto di "silenzio", o meglio mancanza dei suoni "principali" del nostro progetto, utile ad esempio in postproduzione per lavorare con le funzioni di "riduzione rumore", in quanto il suono di base è esso stesso parte integrante dell'ambiente. Togliendolo, in postproduzione con apposite funzioni, si produrebbe un suono molto innaturale, senza la estesissima gamma dinamica, senza l'effetto "ambiente" per capirci, con dei suoni "da tombino fognario".
- Se, invece, ci capita di registrare voci o suoni ben definiti, con una alta pressione sonora (volume), con il corretto posizionamento dei microfoni, vale a dire da una distanza ottimale, è importante registrare una breve traccia, max un minuto, di silenzio cioè senza il suono utile di riferimento, in questo modo in postproduzione saremo in grado di applicare filtri di riduzione rumore di fondo.
- La prima regola, fondamentale per ogni cosa, comprese le espressioni "artistiche", è la progettualità, vale a dire dare un senso e una focalizzazione di cosa vogliamo fare, compresa la registrazione di suoni della natura, che per la loro formazione possono sembrare semplicemente dei "frutti da raccogliere". Non è assolutamente così. Anche solo per poi riprodurli in modo che siano riconoscibili sono necessari sofisticati accorgimenti tecnici, altrimenti verranno riprodotti "rumori", al limite senza senso e spesso incomprensibili.
- La seconda regola è capire e isolare, quanto più possibile, il suono "principale" che ci interessa. Sia esso il canto di un uccello, il suono di una fontana, il concerto di una cascata.
- Bisogna cercare di allontanare il più possibile tutti i suoni "estranei" al suono principale e avvicinare il più possibile il suono che ci interessa.
- E' pertanto una sensibilità "progettuale" che richiede conoscenza e sensibilità personale, ma che è ottenibile solo con la perfetta conoscenza dei mezzi tecnici a disposizione.
- Il metodo principale di gran lunga il più performante, per ottenere registrazioni di alta qualità, è quello di avvicinarsi il più possibile alla fonte del suono.
- E' evidente che quasi sempre è più facile a dirsi che a farsi. Per registrare il canto di un uccello nel bosco bisognerebbe avvicinarlo tantissimo, anche fino a due o tre metri. E qui viene il bello perché, ammesso si riesca ad individuarlo, quasi sempre l'animale scappa oppure semplicemente, percependo gli estranei, smette di fare i suoi versi o di cantare.
- Per ricostruire il suono di un ambiente complesso, con una sinfonia di tanti suoni della natura, la via maestra è quella di effettuare più registrazioni "singole" dei vari suoni per poi mixarle in postproduzione, con ben presente l'idea progettuale e i suoni da mettere in evidenza.
- Possiamo distinguere tra suoni "localizzati" o "focalizzati", ad esempio il canto di un uccello, che possiamo registrare con un microfono "mono", possibilmente uno "shotgun" (corrispondente ad un teleobiettivo in fotografia) cercando di isolare il soggetto dall'ambiente, e suoni più "ambientali" o di sottofondo, ad esempio un ruscello o una cascata lontani, le foglie che sfarfallano con la brezza di vento, eventualmente anche i passi della nostra camminata (se non è il soggetto principale), che conviene registrare con microfoni "stereo" (come per un grandangolo in fotografia), in quanto ricostruiscono l'ambiente.
- In questo campo la fanno da padrone, praticamente esclusivo, i "microfoni a condensatore" in particolare i condensatori a diaframma "piccolo", più o meno cardiodi polari o omnidirezionali. Sono esclusi i microfoni dinamici.
- E' molto difficile la tecnica di registrare con più microfoni contemporaneamente, ad esempio uno "shotgun" mono per mettere in evidenza il soggetto principale e due microfoni stereo "omnidirezionali" puntati a 90 gradi (o più) lateralmente per cogliere i suoni ambientali. Quasi incompatibile il doversi avvicinare tantissimo al soggetto per metterlo in evidenza ed avere la stereofonia dell'ambiente che andrebbe a cogliere anche il soggetto principale, "impastando" la registrazione. Con la sola registrazione stereo ambientale, invece, specie se da lontano, il soggetto principale risulterebbe "opaco", lontano e meno caratterizzante.
- Nel lavorare con microfoni multipli e attrezzature da campagna, in ambiente naturale, che anche se non estremamente ostile è comunque scomodissimo (anche solo nel leggere le impostazioni ad esempio), è difficile riuscire a regolare adeguatamente "gain" e "mix" dei vari attrezzi e contemporaneamente focalizzare dove posizionare l'attrezzatura e farla funzionare.
- La cosa più importante è che le varie tracce di suoni, anche se non sincronizzate come registrazione, siano riprese nella medesima locazione a distanza di pochi minuti l'una dall'altra. Il tempo e l'ambiente cambiano spesso e velocemente. Ed è anche una questione di congruità e credibilità complessiva dell'ambiente. Non trattandosi di sincronizzare il parlato di una persona con le eventuali immagini video, possiamo lavorare tranquillamente di sovrapposizione nel mixing in postproduzione per far risaltare i vari elementi del nostro progetto. Più complesso, invece, sincronizzare ad esempio il canto di un uccello in un video ripreso da vicino.
- Certo che la postproduzione, come per la fotografia, a volte fa dei veri e propri miracoli, ma come per la fotografia è sempre fondamentale partire da materiale grezzo di altissima qualità. Dobbiamo però tener presente che anche rumori di fondo o indesiderati poi si "sommano" nel mixing.
- Considerando che per i suoni della natura, a meno di eventi particolari o eccezzionali, quasi sempre si tratta di suoni "ripetitivi", non hanno senso registrazioni di decine di minuti. Basta capire quello che è il "ciclo" di un suono. Esempi. Le ondate d'acqua di una cascata, che non sono mai eguali e tuttavia sono caratterizzanti e possono essere registrate di seguito per tre o quattro ripetizioni. Un torrente o un fiume tranquilli, praticamente è un suono quasi costante e monotono, tuttavia vi sono dei gorgoglii specie in piccoli gorghi od ostacoli del percorso. Il canto di un uccello ha quasi sempre una sua ritmicità e soprattutto un suo sviluppo, in questo caso dobbiamo cercare il ciclo espressivo. In pratica, con un po' di buon senso e sensibilità, adeguati allo scopo che ci prefiggiamo, possiamo fare delle registrazioni che vanno dal minuto a i cinque minuti. Registrazioni di meno di un minuto servono principalmente per effettistica di "sound-design".
- Dovendo registrare solamente piccoli brani (non è un intero concerto di musica) possiamo permetterci di usare la massima qualità possibile dei nostri mezzi tecnici, naturalmente in formato Pcm (Wav non compresso). L'ideale massimo sarebbe registrare a 32 bit e 192 KHz, ma va più che bene anche a 24 bit e 96 KHz, il minimo per un registratore da campo di qualità. Un po' come in fotografia scattare in formato Row, tra i 50 e i 25 MegaPixel. Questo ci permetterà di avere maggior margine di elaboarazione in postproduzione. Ricordandoci che poi quello che un orecchio umano, allenato, riesce a percepire sono i 24 bit a 48 KHz, che sarà la nostra traccia finalizzata all'ascolto.
attrezzatura per musica e registrazioni ambientali
Quello della registrazione audio, in particolare la registrazione dei suoni ambientali e della natura, è un mondo estremamente difficile da padroneggiare, ben più della fotografia.
E' del tutto normale che il principiante resti tremendamente deluso le prime volte che si cimenta in quest'arte.
Numerosi sono i fattori che inquinano le registrazioni e le banalizzano.
L'inquinamento sonoro la fa da padrone!
L'importante è non arrendersi e fare molta esperienza sul campo.
Si aprirà un mondo incredibile.
- Registratore PCM Tascam a 32 bit 192 KHz
- Registratore PCM Olympus a 24 bit 96 KHz
- Microfoni Lewitt
- Microfono Rode
- Cavalletto Cullman Mini
- Gps Garmin
- Focusrite Scarlett Studio
- Akay MPK Midi
- Ableton Live
- LMMS
- Audacity
- Filmora 12
- CDBurner